Il dramma del doping tra gli amatori

E' di questi giorni la notizia di una squalifica record perpetrata ai danni di un runner amatoriale, inferiore solo a quella subita dall'ex corridore Roberto Barbi  che, però, gareggiava in ambito professionistico.

Non che essere professionista ne giustifichi l'uso! Sia chiaro! 

Ma è evidente che l'utilizzo di sostanze dopanti da parte di runner amatoriali che, teoricamente, corrono solo o principalmente per piacere e non per professione, lascia alquanto basiti.

Eppure lo sventurato runner, salito alle cronache, sembra essere uno dei tanti, secondo i dati pubblicati.

Quel che mi chiedo è: PERCHE'?

Il lato economico è da escludere, il sottoscritto ha corso per svariati anni le varie competizioni, ed i premi messi in palio non giustificavano minimamente tal uso che, oltre ad essere pericoloso per la salute, risulta essere altresì  costoso.

Il problema è, a mio avviso, culturale.

La voglia di risultare migliori degli altri, anche barando., ed essere disposti a tutto per farlo.

Un desiderio, quello di apparire, propinato da un Sistema che ci manipola in continuazione e fa particolare breccia sulle menti più deboli.

Il continuo postarsi sui social e la continua ostentazione della propria ricchezza, talvolta fasulla, così come l'acquisto di prodotti eccessivamente costosi,  non perché fatti con materiali migliori di altri più economici da giustificare tal sovrapprezzo ma, semplicemente, perché griffati, che sia una maglietta, un cellulare, od altro, non sono che alcune delle prove di ciò che sostengo.

Serve un reset culturale!  

Dopo questo mio sfogo in cui ho espresso un'opinione personale vi saluto e, nel frattempo, vi invito, se vorrete, a commentare e dire la vostra.


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