Approcciarsi in modo matematico con un lungo progressivo
Dopo il mese da leone, tra agosto e settembre, che mi ha portato a correre il test di Cooper sotto i 4'al km, aumentando, in solo 20 giorni, il mio ritmo di 9" al km (passando da 4'08" a 3'59"), la realtà ha bussato alla porta, ricordandomi che sono un ultra cinquantenne che sta provando a riprendere, che non è il caso di giocare a fare il ragazzino, e facendomi rimediare un fastioso raffreddore, che mi ha tenuto bloccato fino a metà ottobre. La ripresa è stata, quindi, più cauta, sia per gli impegni che mi assillano, sia per non incorrere nuovamente in fastidiosi stop. Pur non buttando via il lavoro precedente che, anzi, archivio e tengo in considerazione per un futuro, spero, prossimo, in attesa di disporre di un fisico irrobustito dagli allenamenti, l'approccio è stato senz'altro più cauto ed è stato indirizzato su lunghi progressivi, in sequenza di 7, di 8km, di 9 km, di 10 km e di 10.5 km. Ma perché, questi allenamenti, gli ho chiamati lunghi